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La liberalizzazione del mercato elettrico. Le proposte di Confartigianato e il ruolo di C.En.P.I.


Il 9 e 10 aprile, Roma ha ospitato i lavori del G7 dell’Energia, la riunione dei ministri di riferimento dei sette paesi più industrializzati al mondo. L’Italia arriva a questo appuntamento da protagonista: siamo infatti il paese del G7 con la più bassa emissione di CO2 procapite e il secondo, dopo il Canada, per percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili. Un vanto per l’Italia, che negli ultimi anni ha aumentato la quota di energia prodotta da fonti alternative come nessun altro paese del G7. Dati importanti, fotografati dall’Ufficio Studi di APA Confartigianato, in un Paese che proprio in questi giorni sta definendo il proprio futuro energetico. Sul fronte delle politiche nazionali e su quello del mercato elettrico per imprese e cittadini. Proprio in questi giorni, infatti, il Ministro Calenda ha annunciato che il ddl concorrenza porterà lo slittamento di un anno della liberalizzazione del mercato elettrico, inizialmente prevista per luglio 2018. Nulla di fatto, quindi, per la riforma che dovrebbe archiviare il mercato tutelato se ne riparlerà a luglio del 2019.

Peccato. Il Governo aveva fissato la data della liberalizzazione al 1° gennaio 2018, Confartigianato e i suoi consorzi energetici erano già pronti per sostenere le piccole e medie imprese italiane in questo cambiamento. Questo rinvio di un anno allunga di molto i tempi e rischia di vanificare il lavoro fin qui fatto. Da anni ormai, infatti, Confartigianato sta lavorando per aiutare le imprese a beneficiare degli effetti della liberalizzazione in arrivo, abbattendo costi e pratiche burocratiche, in nome della trasparenza, della concorrenza e del diritto di scelta di cittadini e imprenditori.

«Come associazione cerchiamo di guidare e sostenere i nostri imprenditori in questo non facile passaggio con strumenti trasparenti e concreti, come il consorzio C.En.P.I. – ha dichiarato Paolo Ferrario, Segretario Generale di APA Confartigianato Milano-Monza Brianza - C.En.P.I., chenel territorio di Milano e Monza conta già quasi 2000 imprese aderenti per oltre 70 milioni di kWh, opera come gruppo d'acquisto ed è quindi in grado di individuare i fornitori migliori e ottenere i prezzi più convenienti»

In questi giorni, però, l’Italia sta discutendo anche sulle politiche energetiche nazionali da adottare fino al 2030. Un momento fondamentale per definire programmi, iniziative e progetti, tanto da spingere la Confederazione a scrivere al Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, per presentare le proposte della piccola e media impresa: «Vogliamo che le imprese italiane abbiano la possibilità di essere competitive con i rivali europei e internazionali a livello di costi, a cominciare da quello dell’energia. In Italia, oggi, paghiamo più che all’estero, dal 25% al 30% in più rispetto ai nostri competitor. Il risultato sono prezzi finali troppo alti per i prodotti made in Italy che, di fatto, vanno fuori mercato anche per i prezzi più alti di produzione»


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