Integrazione salariale per caldo eccessivo: cosa prevede la nuova circolare INPS
- Admin
- 4 lug
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Con l'arrivo delle ondate di calore estreme, l’INPS ha chiarito che le aziende possono chiedere la cassa integrazione per i lavoratori quando il caldo rende impossibile o pericoloso lavorare, soprattutto per chi è impiegato all’aperto (cantieri, cave, agricoltura, florovivaismo) o in luoghi al chiuso non climatizzati.
Le modalità per fare richiesta sono due:
1. Cassa integrazione per ordinanza della pubblica autorità
Se un’autorità pubblica (Regione, Comune, Protezione Civile) emette un’ordinanza che vieta il lavoro nelle ore più calde – ad esempio, in Lombardia dal 2 luglio al 15 settembre è vietato lavorare nei cantieri dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni con rischio "alto" di stress da calore, indicato sul sito Worklimate – l’azienda può chiedere la cassa integrazione con la causale:
"Sospensione o riduzione dell'attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all'impresa".
In questo caso non serve allegare l’ordinanza, basta indicarne gli estremi nella relazione tecnica.
2. Cassa integrazione per evento meteo – Caldo eccessivo
Anche senza ordinanza, se le temperature superano i 35°C (o sono inferiori ma con temperatura “percepita” molto più alta a causa dell’umidità, dell’esposizione al sole o dell’uso di tute, caschi, macchinari che generano calore), si può chiedere la cassa integrazione con la causale:
"Evento meteo - temperature elevate".
La stessa causale potrà essere invocata nei casi in cui il datore di lavoro, su indicazione del responsabile della sicurezza dell’azienda, disponga la sospensione o la riduzione oraria delle lavorazioni per cause riconducibili alle temperature eccessive.
Attenzione: non si possono presentare due domande diverse (una per ordinanza e una per evento meteo) per gli stessi lavoratori e nello stesso periodo, ma se entrambe le condizioni sono presenti, l’INPS terrà conto di tutte le informazioni durante l’istruttoria.
Altre cose da sapere:
Non serve allegare i bollettini meteo: l’INPS li acquisisce d’ufficio;
Anche i luoghi chiusi senza ventilazione adeguata possono rientrare, se il caldo è eccessivo;
La domanda va presentata entro la fine del mese successivo al verificarsi dell’evento;
Non è richiesta l’anzianità minima di 30 giorni di lavoro per i dipendenti;
Non è previsto il contributo addizionale a carico del datore di lavoro;
L’informazione ai sindacati può avvenire anche dopo l’inizio della sospensione.
Queste regole si applicano anche ai settori coperti da Fondo Integrazione Salariale (FIS), Fondo di solidarietà dell’Artigianato (FSBA), Fondi di solidarietà bilaterali (es. studi professionali) e al settore agricolo (CISOA), se ci sono le condizioni previste.
In sintesi: se il caldo è troppo intenso o vietato dalle autorità lavorare in certe ore, le aziende possono attivare la cassa integrazione per proteggere i lavoratori e garantire la salute e sicurezza sul lavoro.
Per info e chiarimenti scrivi a: ambiente@apaconfartigianato.it
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