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La designazione di Bonomi, le parole di Giovanni Barzaghi ed Enrico Brambilla


Le nostre più sincere congratulazioni a Carlo Bonomi per la sua designazione a 31esimo Presidente di Confindustria. Il legame intessuto in questi anni, personale oltreché professionali come guida delle rispettive realtà, ci portano a complimenti sentiti, tutt’altro che formali.

Le sue prime parole, ieri, all’atto della designazione, ci trovano in perfetta sintonia: il momento è drammatico, ma bisogna bilanciare le emergenze, quella sanitaria ma anche quella economica e, di conseguenza, sociale. Certo, la priorità è evitare una seconda ondata di contagi, ora che il virus pare aver rallentato la sua corsa, ma dobbiamo essere coscienti del ruolo della Lombardia rispetto all’Italia intera: se si ferma la locomotiva, l’intero treno resterà inchiodato sui binari. E Bonomi, da lombardo, questo lo sa bene, tanto da aver ribadito senza timori la necessità di ripartire al più presto, assicurando le imprescindibili condizioni di sicurezza.

In questa fase transitoria, indebitare le aziende non è la soluzione - ha dichiarato ieri Bonomi - e noi aggiungiamo, nemmeno far vivere gli autonomi e le partite iva di sussidi. L’impresa è un’altra cosa, è credere in un progetto e nel proprio talento, ponderare le risorse e partire. È questo che il mondo ci ha sempre riconosciuto, un valore, quello del Made in Italy, che lega in un’unica filiera industrie e piccole imprese e artigiani. E anche questo, Bonomi, imprenditore di prima generazione, lo sa bene, perché lo vive sulla propria pelle e ciò lo rende particolarmente consapevole delle necessità delle aziende, non solo dei grandi colossi, ma anche dei piccoli che costituiscono elementi nodali della catena del valore.

Attenzione, dunque, a quel clima che Bonomi ha definito “anti-industriale” perché il sospetto nei confronti del sistema imprenditoriale porta un rallentamento di quell’energia propositiva che sorregge il tessuto economico e sociale dell’intero Paese, a partire dalla nostra Lombardia. In tal senso, ribadiamo ancora una volta l’importanza dell’interlocuzione, anche e soprattutto in una situazione di emergenza, con i corpi intermedi, voce di chi dà lavoro ed è pronto a investire ancora una volta su di sé e sul Sistema Italia.

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