Enrico Brambilla, Segretario generale APA Confartigianato Milano, Monza e Brianza
Cosa le piace di più e cosa avrebbe rivisto del Decreto?
Limitandomi alla parte che riguarda le imprese, apprezzo soprattutto le misure riguardanti gli ammortizzatori sociali e la moratoria su mutui, leasing e finanziamenti in genere. Questo consente da un lato di garantire il reddito dei lavoratori, dall’altro non lascia le imprese sole nel rapporto non sempre facile con le banche. C’è invece parecchia confusione sui termini di versamento e gli adempimenti.
Estensione degli ammortizzatori sociali e sospensione adempimenti fiscali sono, appunto, fra i provvedimenti più attesi dalle PMI, come giudica le misure annunciate da Gualtieri al riguardo?
Come dicevo sugli ammortizzatori sociali si è intervenuti con tempestività e dando copertura a tutte le imprese a prescindere dalla loro dimensione. Per i versamenti fiscali, oltre ad essere per ora limitati alle scadenze di marzo, si sono purtroppo tralasciati avvisi bonari, ritenute autonomi, altre tasse minori. Si rischia molta confusione e viene richiesto agli operatori molto lavoro inutile e che non sempre si riesce a fare da casa con gli uffici chiusi.
Abbiamo sentito Misiani parlare di ulteriori misure e Gualtieri in conferenza stampa annunciare un “Decreto aprile”; per autonomi e professionisti sono adeguati 600 euro al mese?
Se, come temo, le attività non potranno riaprire a breve è evidente che ad aprile sarà necessario un intervento ancora più robusto. I 600 euro sono un palliativo, apprezzato ma insufficiente se non si rimettono in moto almeno le principali filiere produttive. Il rischio maggiore che vedo è quello della liquidità: i pagamenti si stanno fermando, occorre trovare il modo che le somme stanziate anche a livello europeo arrivino direttamente alle imprese e non si fermino nei meandri della finanza.
Le aziende sono il vero protagonista del Decreto o si è puntato piuttosto al sostegno al reddito e alle famiglie?
Credo che il protagonista sia il Paese intero, a partire dagli investimenti sulla sanità. Non ci deve essere contrapposizione tra interessi delle famiglie e delle imprese: l’artigiano è anche cittadino-consumatore e comunque beneficia del fatto che i consumi siano sostenuti. Questa crisi ci sta facendo capire quanto tutto sia interconnesso e che nessun interesse di parte deve prevalere.