top of page

Al via la riforma del Fondo centrale di garanzia


Il Fondo centrale di garanzia delle Pmi cambia. È stato pubblicato il decreto che punta a rendere lo strumento più efficace ed efficiente con un nuovo modello di rating per valutare il merito creditizio delle imprese.

Nel decreto sono definiti nuovi parametri di riferimento delle misure massime di garanzia, in funzione della probabilità di inadempimento dell’impresa richiedente, oltre che della durata e della tipologia del finanziamento. Con le nuove disposizioni sarà possibile rafforzare gli interventi in favore di imprese con maggiore necessità di sostegno pubblico. Il grado di protezione del Fondo varierà in funzione della finalità, della durata e della tipologia dell’operazione finanziaria e della rischiosità dell’impresa con l’obiettivo di sostenere in misura maggiore i soggetti sani ma più esposti al rischio razionamento del credito. Le garanzie concesse saranno più elevate per le operazioni di investimento e per le imprese con classe di merito più basse, mentre scenderanno per le operazioni di liquidità e a breve termine. In base alla riforma, le imprese verranno classificate in 5 classi di merito, caratterizzate da una probabilità di inadempimento crescente: sicurezza; solvibilità; vulnerabilità; pericolosità; rischiosità. Questo modello di valutazione non si applicherà in alcuni casi precisi. Tra questi le operazioni a rischio tripartito, vale a dire quelle in cui il rischio è suddiviso in tre parti uguali tra Fondo, banca e confidi. Per questo tipo di operazioni, infatti, la valutazione è interamente delegata ai finanziatori e ai soggetti garanti preventivamente autorizzati dal Consiglio di gestione del Fondo.

L’attuazione della riforma del Fondo centrale di garanzia è ora affidata alla pubblicazione di un successivo decreto ministeriale con il quale saranno approvate le nuove “condizioni di ammissibilità e delle disposizioni di carattere generale del Fondo”, che non potrà essere emanato prima del 31 dicembre 2017.