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BONUS - Investimenti ordinari, sprint finale (31 dicembre)


Scade il 31 dicembre 2022, il bonus per i beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, diversi da quelli cd 4.0.

Nel disegno di legge di bilancio depositato alle Camere non vi è traccia di interventi su tali bonus. Non resta quindi che attendere gli sviluppi e verificare se, in sede di approvazione parlamentare sarà prevista una proroga o una rimodulazione.

Il credito per investimenti in beni materiali e immateriali spetta a tutte le imprese con riferimento agli “ordinari” investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023 qualora “prenotati” entro il 31 dicembre 2022 attraverso un ordine accettato dal venditore e il versamento di acconti almeno pari al 20% del costo dell’investimento.

L’incentivo, che si sostanzia in un credito d’imposta, da utilizzare nel mod. F24 è pari al 6% del costo di acquisizione dei beni con un tetto massimo di costi ammissibili annui pari € 2 milioni per i beni materiali e € 1 milione per i beni immateriali.

In altri termini, il credito d’imposta massimo fruibile è di € 120 mila per i beni materiali ed euro 60 mila per i beni immateriali. Una corsa alla fruizione di tale incentivo parrebbe eccessiva se si considerasse unicamente l’ammontare del beneficio massimo ottenibile (euro 60/120 mila) soprattutto se si confrontasse questo beneficio con quello ben più conveniente previsto per i nuovi investimenti cd. 4.0 (materiali e immateriali).

A ben vedere il bonus in commento presenta una caratteristica unica nel panorama degli incentivi: non è soggetto a particolari vincoli e soprattutto agevola qualsiasi tipologia di investimento in beni strumentali nuovi, anche se solo sostitutivi di quelli precedenti. Ne consegue che risultano agevolabili, oltre ai beni di fabbrica (macchinari e impianti diversi da quelli avente le caratteristiche di Industria 4.0), anche i beni più tradizionali ed ordinariamente utilizzati in ogni ambito aziendale. Si pensi, ai mobili d’ufficio, o pc i telefoni nonché relativamente ai beni immateriali, i software standard. Si ricorda inoltre che l’incentivo spetta anche per l’acquisizione di beni di costo unitario inferiore a € 516,46. Si immagini, il caso di un’impresa che al solo fine di sostituire, per obsolescenza, quelli precedenti acquista nuovi pc aziendali aventi caratteristiche tecniche inferiori a quelli dismessi.

L’appeal di questo incentivo risiede proprio in questo: fare investimenti “ordinari” e ciclici (anche non strategici e complessi e/o privi di caratteristiche innovative), ottenendo un incentivo, non elevato ma pur sempre significativo, senza particolari adempimenti e anche con costi di gestione particolarmente contenuti. Per completezza si ricorda che il 31 dicembre 2022 ovvero il 30 giugno 2023 (in caso di “prenotazione” entro fine anno) scade anche l’opportunità di fruire del credito d’imposta per gli investimenti di beni immateriali 4.0(software, sistemi o piattaforme connessi al processo di trasformazione tecnologica e digitale) per i quali, solo per il 2022 è stata innalzata la percentuale agevolativa del 50%. Detto bonus, tuttavia non si estingue ma dal 2023 la percentuale torna ad essere del 20% (come nel 2021).

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