L’Inail ha stabilito che nei casi accertati di Covid-19 in occasione di lavoro vengano riconosciute le tutele dell’infortunio sul lavoro.
Tale orientamento, finora non oggetto di correzioni da parte dell’Istituto assicurativo, né del Ministero del Lavoro, è estremamente preoccupante.
Infatti, se venisse realmente applicata la cosiddetta “presunzione di contagio” a tutti i casi di lavoratori che contraggono il Covid-19, potrebbero essere avviate nei confronti dei datori di lavoro azioni di vario genere (civili e penali), anche laddove siano state correttamente applicate le misure di prevenzione.
La nostra Confederazione ha subito inviato una formale richiesta all’Inail di modificare urgentemente tale orientamento, limitandolo agli operatori sanitari che siano entrati in diretto contatto con soggetti positivi al Covid-19.
A livello politico, la Confederazione ha richiesto al Presidente del Consiglio Conte un urgente intervento da parte del Governo che da un lato escluda l’applicazione del principio della presunzione di infortunio professionale del COVID-19 e dall’altro eviti future ingiuste possibili azioni di rivalsa e di responsabilità civile e penale in capo al datore di lavoro.
Il tema è stato infine rappresentato nel corso di un’audizione tenuta il 12 maggio scorso dalla Commissione Lavoro del Senato.
Ciò anche alla luce dei principi comunitari in materia.