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Restauro e valorizzazione del patrimonio culturale per maggiore attrazione turistica: 43% degli arri


Le tendenze del settore si inquadrano in una difficile fase congiunturale in cui, al II trimestre 2019, gli investimenti in costruzioni scendono dello 0,4% e il valore aggiunto delle attività di edilizia e installazione di impianti si riduce di mezzo punto percentuale. Il contesto in cui operano le imprese del restauro è caratterizzato dal calo della domanda pubblica per investimenti anche nel 2018, collocando l’Italia agli ultimi posti in UE per rapporto tra investimenti pubblici e PIL. In particolare segna una marcata diminuzione (-8,5%) la spesa in conto capitale dei Ministeri per acquisto e manutenzione straordinaria di beni di valore culturale, storico ed archeologico. In Italia è bassa la spesa pubblica per attività culturali, pari allo 0,3% del PIL, quasi la metà di quanto investe la Francia (0,5%).

Il restauro e la valorizzazione del patrimonio artistico sono fattori chiave di attrazione turistica, con il 43% degli arrivi turistici concentrati nelle città di interesse storico e artistico e con le presenze straniere salite di 21,3 milioni negli ultimi tre anni, arrivando a 216 milioni negli ultimi dodici mesi (a giugno 2016).

Sul lato dell’offerta il settore registra un’elevata vocazione artigiana con l’81,2% delle imprese del comparto. Le più recenti previsioni sull’ occupazione delle imprese indicano 2.710 entrate preventivate di Pittori, scultori, disegnatori e restauratori, di cui il 35% di difficile reperimento. La tutela del patrimonio culturale e dei beni di valore storico, culturale e artistico si fonda sulle abilità e competenze del capitale umano formato dal sistema scolastico: su questo fronte costituiscono un asset di grande importanza i 176 Istituti arte censiti in Italia, i 185 Licei artistici e i 51 corsi di laurea legati al conservazione e al restauro.

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