Nel corso del 2018 il made in Italy di Prodotti alimentari e Bevande conferma il trend di crescita degli ultimi dieci anni collocandosi al massimo storico, con un valore di 34,4 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi (da novembre 2017 a ottobre 2018) e con una incidenza del 2,0% del PIL, anch’essa ai massimi. L’export di Alimentare e bevande è sostenuto dalla qualità dell’offerta delle piccole imprese e in particolare dell’artigianato che conta il 35,6% degli addetti del comparto.
Nei primi dieci mesi del 2018 l’export di prodotti alimentari e bevande – che rappresenta il 7,3% delle esportazioni italiane – cresce del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2017, con una maggiore accentuazione per le Bevande (+7,0%) rispetto ai Prodotti alimentari (+2,1%).
Il successo del made in Italy nel mondo si fonda sulla ricchezza dell’offerta dei territori che producono 299 prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica e 5.056 prodotti agroalimentari tradizionali. Per valutare la propensione all’export di prodotti alimentari e bevande dei territori abbiamo rapportato il valore dell’export con il valore aggiunto territoriale: a fronte di un dato medio per l’Italia di esportazioni pari al 2,28% del valore aggiunto, si registra una maggior propensione all’export di Alimentare e bevande in Piemonte con il 4,54%, Veneto con il 4,19%, Trentino-Alto Adige con il 4,18%, Emilia-Romagna con il 4,01% e Campania con il 2,87%.
In sedici province la propensione all’export del settore è almeno il doppio della media e nel dettaglio si tratta di Cuneo (15,97%), Parma (10,93%), Verona (9,37%), Asti (8,27%), Lodi (7,87%), Salerno (6,51%), Cremona (6,37%), Siena (6,08%), Mantova (5,91%), Modena (5,80%), Vercelli (5,27%), Alessandria (5,06%), Treviso (5,04%), Ravenna(4,84%) Novara e Avellino (entrambe con il 4,74%).
L’analisi del settore nell’Elaborazione Flash “Food economy e artigianato alimentare”.