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Finalmente si fa chiarezza sul pane fresco


Qualcosa si è mosso con la recente entrata in vigore del decreto interministeriale che, dopo 12 anni di attesa, stabilisce la differenza tra pane fresco e pane conservato o a durabilità prolungata. Differenza che – questo è l’aspetto nodale secondo Confartigianato - dovrà essere immediatamente percettibile da parte dei consumatori.

Quanto al “pane conservato o a durabilità prolungata”, al momento della vendita di dovrà essere fornita un’adeguata informazione per rendere il consumatore più consapevole, attraverso apposita cartellonistica e comparti distinti rispetto al prodotto fresco.

Secondo la Confederazione, si è compiuto un primo positivo passo all’insegna della chiarezza. Ma non basta. In particolare, è necessario coordinare e unificare in un testo unico le proposte normative per evitare sovrapposizioni e confusioni e definire in modo inequivocabile le caratteristiche del pane fresco. Tutto ciò per garantire la qualità della produzione artigiana, sempre più richiesta dai consumatori attenti ed esigenti.

Convocati in audizione in Senato, i nostri Panificatori di Confartigianato avevano anche indicato la necessità di definire le caratteristiche del forno di qualità, in modo da renderle chiaramente riconoscibili, prevedere un preciso quadro di controlli e di sanzioni, armonizzare i corsi regionali di formazione professionale per i responsabili dell’attività produttiva.

Restano poi delle lacune, ad esempio, il decreto fa chiarezza sulla denominazione del pane fresco ma resta il problema di prevedere l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle farine utilizzate.


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