
La politica protezionistica degli Stati Uniti sta innescando una guerra commerciale con la Cina. L’escalation innescata da dazi Usa su acciaio e alluminio, si allarga a circa 1.300 prodotti – una lista di 45 pagine – da assoggettare a tariffe del 25%; la Cina reagisce con tariffe su 106 prodotti esportati dagli Stati. Gli Usa esportano in Cina 130,4 miliardi di dollari e importano merci dalla Cina per 505,6 miliardi di dollari.
Il protezionismo rappresenta un danno per economie esportatrici come l’Italia, secondo Paese manifatturiero dell’Unione europea. Nei settori dove le piccole imprese rappresentano almeno il 60% dell’occupazione il made in Italy verso gli Stati Uniti nel 2017 ammonta a 10.576 milioni di euro ed è in crescita del 3,7% rispetto al 2016 e raggiunge, in rapporto al PIL, il massimo del 2002. L’Italia è il primo Paese dell’UE 28 per export nei settori di MPI negli Usa.
Nel dettaglio settoriale dei gruppi (3 digit Ateco 2007) dei settori di MPI il prodotto maggiormente esportato negli Usa è rappresentato da Articoli di abbigliamento con 1.343 milioni di euro, pari al 13,1% dell’export totale di MPI; seguono Strumenti e forniture mediche e dentistiche – comprende l’occhialeria – con 1.124 milioni pari all’11,0%, Mobili con 909 milioni pari all’8,9%, Calzature con 957 milioni pari al 9,4%, Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e pellicce con 787 milioni pari al 7,7%, Gioielleria, bigiotteria e pietre preziose lavoratecon 653 milioni pari al 6,4%, Oli e grassi vegetali e animali con 530 milioni pari al 5,2%, Altri prodotti in metallo con 443 milioni pari al 4,3%, Altri prodotti alimentari con 472 milioni pari al 4,6%, Prodotti da forno e farinacei con 351 milioni pari al 3,4% e Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta con 285 milioni pari al 2,8%.
Analizzando il grado di esposizione per territorio, il valore più elevato del rapporto tra le esportazioni nei settori di MPI verso gli Stati Uniti e il valore aggiunto territoriale si registra in Veneto con 1,76%, seguito da Toscana con 1,55%, Friuli-Venezia Giulia con 1,20%, Marche con 0,98%, Umbria con 0,94% e Lombardia con 0,83%.