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Nel 2017 + 7,4% made in Italy, sale a 448 miliardi, pari al 26,1% del PIL. Trainano Cina (+22,2%) e


L’analisi degli ultimi dati mensili sul commercio estero consentono di fare un primo bilancio del 2017, anno che chiude con una ottima performance del made in Italy, segnando una crescita dell’export del +7,4% in valore e del +3,1% in volume. In parallelo cresce l’import con un aumento del 9,0% in valore e del 2,6% in volume, con la conseguente riduzione del saldo del commercio estero. La dinamica delle esportazioni è una sintesi della crescita delle vendite verso i paesi Ue (+6,7%) e dell’aumento verso i paesi extra Ue (+8,2%).

Nel 2017 l’export di beni arriva al massimo storico di 448,1 miliardi di euro che, bilanciato da import per 400,6 miliardi, determina un surplus del commercio estero di 47,5 miliardi; a sua volta il saldo commerciale positivo è la sintesi di un avanzo non energetico di 81 miliardi ed una bolletta energetica di 33,5 miliardi.

In rapporto al PIL il made in Italy arriva al massimo storico del 26,1% mentre l’import sale al 23,3%, il valore più elevato dal 2012, con un saldo commerciale positivo del 2,8%; il saldo non energetico è del 4,7% mentre la bolletta energetica risale al 2,0%, come emerso in una nostra recente analisi.

In chiave settoriale sono in espansione le vendite all’estero di tutti i principali raggruppamenti di industrie, in particolare per l’Energia (+33,4%) e per i Beni di consumo e Beni intermedi (+7,3%); in salita anche i Beni strumentali (+5,7%). Sul lato degli acquisti dell’estero si osserva un maggiore ritmo di crescita dell’import di Energia (+27,4%) e di Beni intermedi (+10,5%); in salita anche Beni strumentali (+5,9%) e Beni di consumo (+3,9%).

Nel 2017, rispetto ai principali mercati di sbocco si rileva la crescita a doppia cifra delle esportazioni verso Cina (+22,2%), Russia (+19,3%), Polonia (+12,0%), Repubblica ceca (+10,7%) e Spagna (+10,2%); in aumento, con un tasso superiore alla media, anche l’export verso Stati Uniti (+9,8%), India (+9,3%), Giappone (+9,0%), Svizzera (+8,7%), Romania (+8,5%) e Paesi Bassi (+7,7%).


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