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Trasporto pubblico non di linea (taxi NCC), regole nazionali, principi europei e rapporti tra stati


La legislazione europea con la Direttiva “servizi” (123/2006), recepita in Italia nel 2010, consente agli stati membri di regolare alcune precise attività economiche tra cui il trasporto pubblico locale di persone non di linea, compresi i taxi.

I requisiti della Direttiva prevedono la residenza fiscale in Italia con localizzazione delle imprese a livello locale, veicoli immatricolati ad uso di terzi (art. 85, 86 CDS.), il possesso per l’imprenditore, di una autorizzazione (NCC) o licenza comunale (TAXI), la disponibilità di una rimessa locale (NCC), l’obbligo di effettuare un turno di servizio comunale (TAXI), tariffe massime amministrate e pagamento del corrispettivo del servizio direttamente tra vettore e utente. La programmazione regionale numerica dei servizi in quanto complementari ed integrativi alle altre modalità di trasporto pubblico presenti (TPL, ferroviario, aereo ecc.). Requisiti morali professionali e giuridici per titolari e conducenti.

La Direttiva, inoltre, articola un insieme di norme atte a garantire al cittadino/utente la effettiva disponibilità del servizio a livello locale attraverso operatori professionali e tariffe trasparenti.

In questo contesto, comune a tutti i paesi della Comunità, alcune imprese di trasporto persone con autovetture, principalmente Slovene e Croate - ma non solo - , forse gestite da amministratori italiani, attraverso un centro di prenotazione che utilizza una piattaforma tecnologica (GOOPTI) non nazionale si sono stabilite nel nord est dell’Italia.

In sostanza, nel caso fosse accertato quanto è evidente agli operatori nazionali, tali imprese Slovene e Croate, sembrano effettuare trasporto pubblico di persone senza le prescritte autorizzazioni, con conducenti privi dei requisiti, con veicoli non immatricolati ad uso di terzi, al di fuori della programmazione prevista per le imprese nazionali, senza la certezza di tariffe amministrate e senza garantire la effettiva disponibilità dei servizi h 24.

Tale comportamento, qualora accertato, in contrasto con le normative, produce un reddito non tassato in Italia, consente di non versare l’IVA di legge per i servizi di intermediazione e di trasporto, i contributi previdenziali ed assicurativi previsti e di non pagare le accise sui carburanti per autotrazione a cui sono soggette le imprese nazionali.

Risulta evidente un rilevante danno erariale e l’alterazione della concorrenza in quanto le imprese che attuano un simile comportamento risultano competitive non per la qualità e professionalità dei servizi ma solo per il dumping fiscale contributivo e amministrativo a danno delle imprese italiane del comparto trasporto pubblico non di linea TAXI e NCC.

Questa situazione ha raggiunto livelli insostenibili, la mancanza di controlli rende tali operatori non nazionali sempre più sicuri della totale impunità e sempre più intraprendenti con forme di utilizzo dei veicoli adibiti a tali trasporti, in totale contrasto con il CDS. arrivando a targare i veicoli con diciture relative al servizio prestato che nulla hanno a che fare con la individuazione del veicoli ai fini della loro destinazione d’uso, caratteristiche tecniche, di omologazione e dati del proprietario.

Confartigianato Trasporto Persone ritiene necessario e improcrastinabile, che il Ministero, a tutela delle imprese nazionali, intervenga per ripristinare la legalità e garantire ai cittadini il diritto alla mobilità costituzionalmente garantito nel quadro dell’attuale legislazione nazionale.

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