Nel decreto-legge n. 21 del 21 marzo 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21/3, tra le misure urgenti previste per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, è contenuta una norma di particolare interesse per il comparto delle costruzioni e gli appalti pubblici.
L’articolo 23 del provvedimento prevede che, al fine di mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili può riconoscere, nel limite complessivo del 50% delle risorse del fondo, un’anticipazione pari al 50% dell’importo richiesto dalle imprese.
Si tratta, dunque, come anticipato nel comunicato stampa del Governo, di una misura finalizzata a ottenere in tempi rapidi un anticipo del 50% delle compensazioni a cui l’impresa titolare di contratti pubblici ha diritto a causa dell’aumento del prezzo dei materiali. Questa anticipazione attinge all’apposito Fondo per l’adeguamento dei prezzi istituito presso il MIMS nei limiti del 50% delle risorse disponibili e viene erogata nelle more dell’istruttoria delle istanze di compensazione. Il Fondo istituito con il decreto-legge n.73/2021 con una dotazione di 200 milioni di euro è stato rifinanziato per ulteriori 150 milioni di euro per il primo semestre dell’anno in corso con il DL Energia (art.25 del DL 17/2022).
Con il DL 21/2022 le risorse disponibili per gli interventi di compensazione per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione vengono incrementate di 320 milioni per il 2022: 200 milioni al Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche previsto dal DL 76/2020 e 120 milioni al fondo per la compensazione prezzi del decreto Sostegni-bis (DL 73/2021).
Salta, invece, la norma annunciata dal Governo sull’eliminazione delle penalità per le imprese titolari di contratti pubblici che a causa della difficoltà di reperimento dei materiali e degli aumenti dei prezzi sospendono l’esecuzione dei lavori o ne chiedono la proroga.
Per ANAEPA un cambio di rotta incomprensibile: “Siamo di fronte ad un inaspettato ripensamento che contrasta con le finalità dello stesso decreto, ossia di mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti dei prezzi: la norma annunciata dal governo avrebbe consentito, seppur temporaneamente, di dare più tempo alle imprese per completare le opere messe a rischio dal caro-materiali e dalla difficoltà di reperimento degli stessi”, afferma il presidente di Confartigianato Edilizia, Stefano Crestini. “Sta diventando sempre più di difficile per le imprese edili, e in special modo per quelle artigiane, rispettare le scadenze per le ultimazione dei lavori nelle attuali condizioni e se non saranno prese al più presto contromisure concrete per l’emergenza prezzi, è impensabile che si possano iniziare nuovi lavori, inclusi i progetti del Pnrr”, conclude Crestini.
In una nota diffusa oggi il Ministero ha dato notizia che per gli aumenti dei prezzi rilevati nel primo semestre dello scorso anno – si legge – sono pervenute al Mims richieste di erogazione fondi da parte di 398 stazioni appaltanti per un totale di 52,5 milioni di euro. Questa settimana il Ministero ha avviato il pagamento di quanto richiesto a 157 stazioni appaltati la cui documentazione è risultata corretta. Per le rimanenti stazioni appaltanti sono in corso approfondimenti che si concluderanno entro la metà di aprile.
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