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Conclusa la convention delle donne di Confartigianato: Un focus sulle conquiste delle imprenditrici


La 21° Convention di Donne Impresa Confartigianato, svoltasi il 5 e il 6 dicembre a Udine, ha celebrato l’impegno e i risultati ottenuti dalle imprenditrici artigiane.

La Presidente di Donne Impresa Edgarda Fiorini non ha nascosto l’orgoglio per le conquiste di questi anni: “Il credito alle donne declinato nei periodi di maternità, cura degli anziani e dei parenti malati e cura della stessa imprenditrice in alcuni momenti particolari della sua vita. E poi, collegato ad Artigiancassa tramite l’Abi, il Fondo di garanzia per l’imprenditoria femminile che lo declina ulteriormente per la maternità e la cura degli anziani. Quindi abbiamo socializzato un tema cavalcato di Confartigianato Donne Impresa che è diventato il tema di tutte le imprenditrici d’Italia. E ancora, nella legge di bilancio, il ricongiungimento pensionistico e il voucher baby sitting che finalmente è stato allargato a tutte le lavoratrici autonome”.

I risultati di Donne Impresa sono il frutto di un costante confronto con la politica che alla Convention è stata rappresentata da esponenti degli enti locali e del Parlamento. Presenti all’evento il Sindaco di Udine Furio Honsell, il Vice Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello, i deputati del Partito Democratico Mino Taricco e Chiara Gribaudo e la deputata del Movimento 5 Stelle Tiziana Ciprini. Al centro dei loro interventi le misure della legge di bilancio che impattano sugli artigiani e le piccole imprese.

In rappresentanza delle donne di APA Confartigianato Milano Monza e Brianza, presente Arianna Fontana, Presidente di Confartigianato Milano

“La conferma – ha sottolineato l’Onorevole Mino Taricco – del percorso avviato nella precedente legge di bilancio con l’estensione dell‘Iri al 24% per le piccole imprese, il regime di cassa per le piccole imprese, la legge Sabatini, gli ammortamenti al 140% sono provvedimenti che vanno nella direzione di un sostegno allo sviluppo economico delle nostre imprese”.

Su una delle misure più importanti che riguardano le imprenditrici si è soffermata l’Onorevole Chiara Gribaudo: “Nella legge di bilancio abbiamo reso strutturale la misura inserita in via sperimentale lo scorso anno del voucher baby sitting per le imprenditrici e le lavoratrici autonome. Lo abbiamo fatto perchè crediamo sia importante ridare senso e dignità anche a quel lavoro che è stato massacrato ma che ha resistito anche nella crisi profonda che stiamo attraversando e continua ad essere un’eccellenza per il nostro Paese”.

Da parte sua l’Onorevole Tiziana Ciprini ha insistito sulla necessità di rendere strutturali gli interventi dedicati alla famiglia: “Auspichiamo che si possa finalmente superare la stagione dei bonus, come quelli numerosissimi dedicati alla famiglia. Bisogna fare una valutazione di quelli che hanno funzionato e quelli che sono da migliorare in modo da metterli a fattor comune e renderli strutturali e far sì che si passi alla stagione dei diritti sociali garantiti dallo Stato”.

Ma le battaglie di Donne Impresa non sono finite. I numeri, presentati dal responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, Enrico Quintavalle, dicono che le imprenditrici artigiane sono aumentate di quasi il 2% negli ultimi 10 anni. Un piccolo esercito di 357.110 donne, tra titolari, socie e collaboratrici, guidato dalla Lombardia (66.977). Milano è la provincia a maggiore densità di imprese artigiane al femminile: sono 17.908.

Tuttavia il recente sondaggio condotto da Confartigianato su un campione di circa 1000 imprenditrici conferma una dura realtà: per oltre il 44% delle donne conciliare lavoro e famiglia è ancora un grande problema.

L’Italia, insomma, non è ancora un Paese per donne che lavorano.

Una spesa pubblica poco attenta alle esigenze delle famiglie e un welfare che non sempre si traduce in servizi per le donne che lavorano. Confartigianato ha calcolato infatti che il tasso di occupazione delle donne senza figli è pari al 55,5%, ma scende al 52,8% per le donne con figli. Addirittura il tasso di occupazione scende al 44,7% per le donne con figli tra i 25 e i 34 anni. Il gap con il resto d’Europa è significativo: se la media del tasso di occupazione delle donne italiane è del 48,5%, nell’Ue a 28 tocca il 61,4%. E allora su questo fronte c’è ancora tanto da fare, come ha sottolineato il professor Fabrizio Pezzani, Docente di Economia Aziendale all’Università Bocconi.

Bisogna sconfiggere – ha aggiunto Barbara Poggio, Prorettrice Prorettrice alle politiche di equità e diversità all’Università degli Studi di Trento – la resistenza a riconoscere il diritto delle donne a lavorare. “C’è un problema culturale consistente in Italia – ha detto Barbara Poggio – legato all’idea della figura femminile ancora tradizionale. Nonostante molto sia cambiato, nonostante le donne siano cambiate, investano di più in percorsi di studio e siano propense a lavorare il nostro mercato e la cultura italiana le relega in una posizione tradizionale, e i dati ci dicono che molte donne lasciano il lavoro già dopo il matrimonio e dopo la nascita dei figli”.

Donne Impresa Confartigianato continua quindi il suo viaggio verso quelle terre inesplorate che hanno dato il titolo alla Convention, ma con l’impegno incrollabile a difendere e promuovere i valori dell’imprenditoria femminile.


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