La Commissione Europea (CE) ha avviato la revisione della alla direttiva quadro sui rifiuti per introdurre negli Stati membri l’obbligo di istituzione dei sistemi armonizzati per tutti i paesi UE di responsabilità estesa del produttore (EPR - Extended Producer Responsability) per i prodotti tessili.
Il Ministero dell’Ambiente ha deciso di fermare l’iter di consultazione sullo schema di decreto nazionale EPR sul tessile, che si era aperto il 3 marzo scorso e al quale Confartigianato ha partecipato attivamente, in vista dell’iniziativa di Bruxelles.
L’obiettivo della CE è accelerare il passaggio di uno dei comparti più impattanti dell’industria europea verso modelli improntati alla sostenibilità e alla circolarità. I produttori dovranno coprire gli interi costi di gestione dei rifiuti tessili, con un contributo adeguato in base alle prestazioni ambientali dei tessili “dalla culla alla tomba”.
I contributi versati dovranno servire a finanziare gli investimenti in sistemi di raccolta, selezione, preparazione al riuso e riciclo, anche in relazione all’obbligo di differenziata che la normativa europea fissa al 2025 (in Italia è invece partito già dal gennaio 2022 ma senza obiettivi e target).
I sistemi EPR dovranno essere istituiti entro 30 mesi dall’entrata in vigore definitiva della direttiva. Nel frattempo, Confartigianato insieme a CNA e Confindustria Toscana Nord hanno aderito al sistema collettivo Cobat Tessile che dovrà presentare governance e modelli aderenti ai parametri fissati dall’Ue una volta che questi saranno entrati formalmente in vigore.
La revisione della direttiva tocca un aspetto determinante sul quale Confartigianato è impegnata da tempo: la definizione chiara su cosa sarà classificato rifiuto e cosa sarà considerato tessile riutilizzabile (es “end of waste”, “sottoprodotti”, etc.).
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