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Fase 2 - In piazza gli acconciatori e le estetiste di Confartigianato



La Fase 2 è iniziata il 4 maggio con la riapertura delle attività del commercio all’ingrosso, del manifatturiero e delle costruzioni; entro il 18 maggio è prevista la ripartenza del commercio al dettaglio e dei musei. Le imprese artigiane coinvolte sono 889mila con 2,3 milioni di addetti.


Destino incerto, invece, per il settore Benessere con acconciatori ed estetiste che sono scesi – virtualmente – in piazza stamattina per manifestare le proprie esigenze guidati da Confartigianato, con i Presidenti Giuseppe Lacorte, referente regionale della categoria, e Domenico Garruto per Milano - Monza Brianza.


«Non è nostra prassi manifestare, ma questa volta non si poteva fare diversamente. È chiara a tutti la situazione di emergenza che abbiamo attraversato e stiamo ancora attraversando, di una portata mai sperimentata prima, ma se non si interviene il nostro settore rischia di diventare l’ennesima vittima del Covid19 – spiega Domenico Garruto, Presidente APA Confartigianato Benessere – Vediamo delle aperture da parte del Governo, finalmente, ma bisogna far presto e assicurare alle nostre attività la possibilità di aprire in tutta sicurezza».


«Abbiamo lavorato in questi mesi e settimane per un’interlocuzione responsabile ai vari livelli, inviando lettere ai parlamentari e partecipando ai tavoli ministeriali – dichiara il Segretario generale di Confartigianato Milano Monza - Brianza, Enrico Brambilla – Abbiamo chiesto aiuti differenziati per categoria, che tenessero in conto le diverse difficoltà dei vari settori, che considerassero il periodo reale di stop delle attività. Il settore degli acconciatori ed estetisti è sicuramente tra i più colpiti. Noi pensiamo ci siano le condizioni per riaprire i saloni in sicurezza, altrimenti è indispensabile prevedere ristorni economici adeguati sotto forma di contributi a fondo perduto, come annunciato dal Ministro Gualtieri».


«Hanno partecipato alla nostra manifestazione aziende che stanno sul mercato da anni, alle quali oggi manca la liquidità: spaventano le prossime scadenze da affrontare, le bollette sono un problema e la riapertura non potrà che avvenire a ritmi totalmente diversi dai soliti e con costi più alti per la sanificazione degli spazi e l’approvvigionamento di DPI» conclude il Presidente dell’Associazione, Giovanni Barzaghi. «Sollecitiamo, inoltre, un rafforzamento dei controlli per contenere il fenomeno dell’abusivismo, che costituisce una grave concorrenza sleale nei confronti di chi rispetta le regole e un problema per la sicurezza di tutti noi».


Il settore Benessere conta, nelle province di Milano Monza Brianza, circa 10mila imprese che danno lavoro a oltre 20mila addetti. L’effetto del combinato disposto di lockdown e abusivismo si stima causerà una contrazione di fatturato di circa 120milioni di euro.

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